Tiro al piccione (1961)
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Regia/Director: Giuliano Montaldo Soggetto/Subject: Romanzo di Giose Rimanelli Sceneggiatura/Screenplay: Luciano Martino, Giuliano Montaldo, Fabrizio Onofri, Ennio De Concini Interpreti/Actors: Eleonora Rossi Drago (Anna), Jacques Charrier (Marco Laudato), Francisco Rabal (Elia), Sergio Fantoni (Nardi), Carlo D'Angelo (Mattei), Gastone Moschin (Pasquini), Franco Balducci (Garrani), Silla Bettini (Gioioso), Loris Bazzocchi (Giuliani), Enzo Cerusico (pastorello ucciso), Franco Lantieri (un repubblichino), Maria Grazia Francia (Ida), Franca Nuti (donna col marito al fronte), Marco Mariani (un medico), Edgardo Siroli (un repubblichino), Enrico Glori (oratore fascista), Franco Perucci Fotografia/Photography: Carlo Di Palma Musica/Music: Carlo Rustichelli Costumi/Costume Design: Pier Luigi Pizzi Scene/Scene Design: Carlo Egidi Montaggio/Editing: Nino Baragli Suono/Sound: Mario Amari Produzione/Production: Ajace Produzioni Cinematografiche, Euro International Films Distribuzione/Distribution: Euro International Films censura: 35480 del 09-09-1961 Altri titoli: Le commando traqué Trama: All'indomani dell'8 settembre 1943, il giovane Marco Laudato, senza esserne del tutto consapevole, aderisce alla neonata Repubblica di Salò, spinto da confuse idee patriottiche. Egli trova un prezioso amico in un più anziano camerata, Elia. Presto, Marco rimane nauseato dalla sequela di eccidi, rappresaglie e rastrellamenti, ai quali gli viene ordinato di partecipare. Gettato allo sbaraglio in un'assurda missione, il giovane viene ferito; trattato da eroe, viene ricoverato in un ospedale, dove stringe una fugace relazione con un'infermiera più grande di lui, Anna. La donna però fugge in Svizzera con un militare disertore, il capitano Mattei. Dimesso, Marco è sempre più sconvolto dalle efferate barbarie a cui assiste. Si trova addirittura a dover sparare il colpo di grazia contro Elia, finito davanti al plotone d'esecuzione per diserzione. Il travaglio interiore di Marco ha raggiunto l'apice: con l'animo tormentato partecipa ad una missione suicida contro i partigiani. Durante la battaglia il reparto fascista viene annientato, l'unico sopravvissuto è Marco: non sente più alcun desiderio di combattere, sconsolato e piangente si addormenta sui cadaveri dei camerati che lo circondano.
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